HOT THIS WEEK IN PHARMACEUTICAL CHEMISTRY N.14
Silvia Vernotico
#hotthisweekinphchemistry
Studi recenti hanno dimostrato che la dipendenza alimentare da grassi condivide un meccanismo comune alla dipendenza da alcool, nicotina e narcotici, in quanto oltre alla regolazione ipotalamica e ormonale dell'appetito si attiva a livello cerebrale un sistema di ricompensa che coinvolge i recettori della dopamina. È stato evidenziato che una dieta ad alta percentuale di grassi (HFD) attenua la via di segnale che coinvolge i recettori della dopamina D2 (D2R) del corpo striato, un regolatore centrale del sistema di ricompensa del cervello, con conseguente aumento della sensazione di piacere.
In questo studio, condotto da ricercatori giapponesi, topi maschi alimentati con HFD, sono stati trattati oralmente con γ-orizanolo (miscela di sostanze antiossidanti presenti nell’olio di crusca di riso, fra cui acido ferulico, steroli ed alcoli triterpenicidi con interessanti proprietà terapeutiche, tra le quali controllo del tasso di colesterolo totale e LDL, ostacolo alla formazione dei radicali dell’ossigeno, e antiossidanti da sempre utilizzato nella medicina giapponese per le iperlipidemie) allo scopo di valutare i livelli di molecole coinvolte nella segnalazione D2R (corpo striato). In particolare è stato esaminato l'effetto del γ-orizanolo sulla metilazione del DNA del promotore D2R, in quanto è stato messo in evidenza il ruolo chiave della metiltransferasi del DNA (DNMT) sia sul comportamento alimentare che sull'attività fisica. A tal proposito, sono stati studiati gli effetti dell'agente ipometilante 5-aza-2'-deossicitidina (DAC), un potente inibitore della DNA metiltransferasi (DNMT), sulle vie di segnale D2R e sui livelli di DNMT nel corpo striato. Gli effetti inibitori del γ-orizanolo sull'attività DNMT sono stati valutati enzimaticamente in vitro.
Dalla sperimentazione è emerso che nel corpo striato dei topi alimentati con HFD la produzione di D2R è diminuita, con un aumento della metilazione del DNA della regione promotore del D2R. La somministrazione orale di γ-orizanolo ha ridotto l'espressione e l'attività di DNMT, ripristinando così i livelli di D2R. L'inibizione farmacologica di DNMT attraverso il DAC ha anch'essa migliorato la preferenza verso il grasso alimentare. Coerentemente a questi risultati i test enzimatici in vitro hanno dimostrato che il γ-orizanolo ha inibito l'attività DNMT.
Gli autori concludono ritenendo di aver dimostrato che il γ-orizanolo migliora l'ipermetilazione del DNA indotta da HFD nella regione promotore D2R nel corpo striato. I risultati evidenziano che il γ-orizanolo è una sostanza antiobesità particolarmente promettente e che agisce attraverso meccanismi diversi.
Per leggere il paper completo qui il link… https://link.springer.com/article/10.1007/s00125-017-4305-4