HOT THIS WEEK IN PHARMACEUTICAL CHEMISTRY N.34

Silvia VernoticoSilvia Vernotico

Silvia Vernotico

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Un team di ricercatori italiani dell’Istituto di ricerca genetica e biomedica (Irgb) del Consiglio nazionale delle ricerche di Milano in collaborazione con i colleghi dell’Istituto di scienza e tecnologia dei materiali ceramici (Istec) del Cnr di Faenza ha sviluppato un inalante a base di nanoparticelle per il trattamento di persone affette da malattie cardiache. La ricerca vuole mimare il comportamento delle particelle inquinanti quando attaccano il sistema cardiocircolatorio ed è condotta nell’ambito del progetto europeo ‘Cupido’, è pubblicata su Science Translational Medicine.

“L’idea è quella di riprodurre i meccanismi tramite i quali alcune particelle inquinanti, come le polveri sottili derivanti dall’inquinamento automobilistico o da processi di combustione, una volta respirate riescono a oltrepassare la barriera polmonare e ad arrivare al cuore attraverso il sistema circolatorio cardiopolmonare. Abbiamo, cioè, sviluppato una ‘navetta terapeutica’ biocompatibile capace di viaggiare all’interno del corpo umano esattamente come fanno queste particelle tossiche, e di arrivare al cuore semplicemente per inalazione: qui il farmaco viene rilasciato senza necessità di iniezioni o altre metodologie invasive per il paziente”, spiega Daniele Catalucci (Irgb-Cnr), coordinatore del progetto.

Il team ha creato nanoparticelle di fosfato di calcio abbastanza piccole da essere assorbite nel tessuto cardiaco, ma abbastanza grandi da trasportare medicine dove sono necessarie. Il principio attivo trasportato è in grado di riparare i canali del calcio sulle superfici delle cellule cardiache, una parte fondamentale del ripristino della normale attività elettrica cardiaca. Il nuovo approccio inalatorio permette l’inalazione delle nanoparticelle consentendo al farmaco di raggiungere il cuore più velocemente e di essere assorbito dai cardiomiociti portando ad una migliore funzionalità cardiaca.

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