HOT THIS WEEK IN PHARMACEUTICAL CHEMISTRY N.35
Silvia Vernotico
I ricercatori dell'Istituto Italiano di Tecnologia (Iit) di Genova, grazie a un finanziamento del Consiglio Europeo della Ricerca (Erc) hanno messo a punto nanoparticelle progettate per viaggiare nel corpo umano, riconoscere le cellule di diverse forme di tumore e ucciderle, somministrando loro un farmaco. Descritte sulla rivista ACS Nano, le nanoparticelle sono state realizzate nell'ambito del progetto europeo Potent che ha come obiettivo utilizzare le nanoparticelle per la diagnosi precoce e la terapia del più aggressivo tumore del cervello, il glioblastoma multiforme.
L'obiettivo ultimo è avere una nuova generazione di farmaci intelligenti, in grado di curare i tessuti malati senza danneggiare quelli sani. Le nanoparticelle sono state progettare per combinare chemioterapia e immunoterapia, ossia per combattere i tumori con i farmaci e nello stesso tempo rafforzare contro di essi le difese immunitarie. Per questo motivo le nanoparticelle sono state prodotte in modo da diventare soffici come cellule del sangue oppure dure come porzioni di osso.
Essere soffici permette alle nanoparticelle di sfuggire agli attacchi del sistema immunitario, che altrimenti le identificherebbe come nemiche, annientandole. In questo modo riescono a portare a destinazione il farmaco che trasportano. Le particelle rigide, immediatamente riconosciute dai macrofagi, diventano cavalli di Troia che portano farmaci direttamente all'interno dei macrofagi, potenziandoli e trasformandoli in nuove armi da scagliare contro i tumori.