HOT THIS WEEK IN PHARMACEUTICAL CHEMISTRY N.42

Silvia VernoticoSilvia Vernotico

Silvia Vernotico

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Le cellule ossee dell’Università Bari verranno mandate nello spazio dove saranno trattate con la molecola Irisina che, stando agli studi del gruppo coordinato da Maria Grano, ordinario di istologia presso la scuola di Medicina dell'Ateneo barese, sarebbe potenzialmente capace di prevenire e curare l’osteoporosi e l’atrofia muscolare.

Dell’Irisina, individuata nel 2012 da un’equipe di ricercatori di Harvard, si sapeva soltanto che viene prodotta spontaneamente dai muscoli durante l’attività fisica. Almeno finché dai laboratori dell’Università di Bari non è arrivata una notizia potenzialmente rivoluzionaria sul ruolo anabolico della proteina: una concentrazione di lrisina molto più bassa rispetto a quella attiva sul tessuto adiposo induce la formazione di nuovo osso e rende lo scheletro più resistente alle fratture. La scoperta ha ricevuto il brevetto italiano nel 2017, e il brevetto europeo nel 2017.

L'esperimento, il cui avvio è in programma il 2 Aprile con il lancio della capsula Dragon, dal Kennedy Space Center della NASA a Cape Canaveral, in Florida,resterà in orbita per 21 giorni a bordo della Stazione Spaziale Internazionale.

Lo spazio, infatti, rappresenta una sorta di “macchina del tempo”, in cui i processi di invecchiamento sono accelerati creando la possibilità di valutare le alterazioni molecolari, che sulla Terra si verificano molto più lentamente. Tra gli organi che, più risentono degli effetti della permanenza nello spazio, sicuramente l'apparato muscolo-scheletrico è quello più colpito. La perdita di massa ossea a cui vanno incontro gli astronauti dopo 1 mese di permanenza nello spazio è pari alla perdita ossea a cui vanno incontro le donne in post-menopausa in 1 anno. Per gli astronauti questo significherebbe poter intraprendere anche lunghe missioni limitando, o eliminando del tutto, i danni all’apparato muscolo-scheletrico, inoltre questa ricerca potrebbe aprire la possibilità di sviluppare nuove molecole per la cura e la prevenzione della fragilità ossea.

Di seguito il numero di brevetto ricevuto per la scoperta: BREVETTO ITALIANO N° 0001429474, intitolato “Irisina per il trattamento e la prevenzione dell’Osteoporosi”, concesso il 16 agosto 2017. BREVETTO EUROPEO N° 16165324.1, intitolato “Irisin for care and prevention of osteoporosis”, concesso il 29 dicembre 2017.

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