ALBERT EINSTEIN - "Chi dice che sia impossibile non dovrebbe disturbare chi ce la sta facendo"
Silvia Vernotico
Nato proprio nel giorno del Pi greco, il 14 marzo del 1879 a Ulma, nel sud della Germania, Albert Einstein è uno dei più celebri fisici della storia della scienza.
Padre della Relatività generale, vincitore del Premio Nobel per la Fisica nel 1921 per la spiegazione dell’effetto fotoelettrico, mutò in maniera radicale il paradigma di interpretazione del mondo fisico.
Rivoluzionò la scienza del tempo e la nostra aprendoci gli occhi sull’universo e sul mondo fisico.
Si racconta che Einstein spesso venisse “rapito” dal pensiero della fisica e della scienza, perdendo interesse per quanto accadeva attorno a lui, in uno stato che oggi definiremo “flow”. Un giorno, nel bel mezzo del discorso di un alto funzionario a un solenne ricevimento in suo onore, Einstein tirò fuori una penna e si mise a scarabocchiare equazioni sul retro del programma, in uno stato di totale estraniamento. Finita l’orazione, tutti scattarono in piedi e applaudirono girandosi verso il festeggiato. A quel punto, la sua segretaria gli sussurrò all’orecchio che doveva alzarsi: lo fece, ma cominciò anch’egli a battere le mani finché Helen non lo avvertì che l’acclamazione era rivolta proprio a lui! Fino alla fine dei suoi giorni Albert Einstein continuò a essere molto attivo nel campo della fisica teorica.
Rimase sempre critico nei confronti della meccanica quantistica, la disciplina che egli stesso contribuì a fondare con il suo articolo sull’effetto fotoelettrico premiato con il Nobel che tuttora fornisce la descrizione più accurata dei fenomeni fisici su scala atomica e subatomica.
Due cose sono infinite: l’universo e la stupidità umana, ma riguardo all’universo ho ancora dei dubbi.