IGNAZ SEMMELWEIS - "Quando qualcuno scriverà la storia degli errori umani ne troverà pochi più gravi di quello commesso dalla scienza nei confronti di Semmelweis."

Silvia VernoticoSilvia Vernotico

Silvia Vernotico

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Ignaz Philipp Semmelweis è stato un medico ungherese che ebbe il merito di aver compreso per primo l'importanza di un’adeguata igiene delle mani nella prevenzione delle infezioni in ambito ospedaliero.

Nell'aprile del 1847, mentre lavorava presso la clinica ostetrica dell’Ospedale generale di Vienna, si trovò davanti ad una situazione surreale.

La clinica contava ogni giorno un elevato numero di decessi di donne che avevano appena partorito a causa della cosiddetta “febbre puerperale”. Aveva notato che il numero delle morti delle puerpere era dieci volte più bassa nel Padiglione II, gestito dalle ostetriche, rispetto al Padiglione I della stessa clinica gestito da soli medici. Il turbamento creato da questo problema aumentò in lui la minuziosità che metteva nelle sue ricerche.

Avanzò varie ipotesi.

Ipotizzò per prima che l'aria poco salubre della città, essendo in piena rivoluzione industriale, potesse causare il numero elevato di morti puerperali. Raccolse così dati sulla mortalità delle puerpere per febbre in città, in campagna e in ospedale. La mortalità si rivelò maggiore in ospedale. Scartò la prima ipotesi e ne postulò una seconda.

La seconda fu certamente la più fantasiosa. Ignaz ipotizzò che le puerpere morissero di autosuggestione a causa del prete della cappella dell'ospedale che, per dare l'estrema unzione, passava scampanellando per i corridoi. Costrinse quindi il parroco a non usare più la campanella. Le morti rimasero costanti.

Ebbe una terza intuizione, quella giusta.

Un bel giorno un suo collega ed amico, Jakob Kolletschka, morì a seguito di una breve malattia. Semmelweis ebbe la possibilità di studiarne la cartella clinica. Kolletschka qualche giorno prima di morire si era ferito nel corso di una autopsia praticata sul cadavere di una delle puerpere decedute. Gli fu subito chiaro che la febbre puerperale e la morte del suo amico erano la stessa cosa dal punto di vista patologico.

La “febbre puerperale” era una malattia che gli stessi medici contribuivano a diffondere in quanto erano soliti praticare prima le autopsie sulle donne decedute ed immediatamente dopo visitavano le partorienti in corsia.

Una corretta disinfezione delle mani era la soluzione banale quanto risolutiva al problema. Per dimostrarla Semmelweis obbligò i medici che entravano nel Padiglione I a lavarsi le mani con una soluzione di cloruro di calce (ipoclorito di calcio). A questo aggiunse la disposizione che per tutte le partorienti si cambiassero le lenzuola sporche con altre pulite.

I dati gli diedero immediatamente ragione. Era il maggio del 1847.

Deriso e schernito dai medici dell'epoca per le sue scoperte, fu solo nel 1879 che gli studi di Louis Pasteur e successivamente di Joseph Lister dimostrarono la grandezza delle sue intuizioni. Schiacciato sempre di più dai complessi d'inferiorità e dallo spirito di persecuzione, nel 1865 fu rinchiuso in un’ospedale psichiatrico. Morì per infezione setticemica contratta durante un intervento chirurgico.

Le sue intuizioni gli valsero il soprannome di “salvatore di madri” nonché aprirono la strada alla corretta igiene nella pratica medica.

Quando qualcuno scriverà la storia degli errori umani ne troverà pochi più gravi di quello commesso dalla scienza nei confronti di Semmelweis.

Ferdinand von Hebra, con queste dure parole descrive le ingiustizie subite dal suo caro amico Ignaz.

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