Globuli rossi come "tassisti molecolari" di nanoparticelle per la drug delivery in organi bersaglio
Silvia Vernotico
Quando le nanoparticelle vengono utilizzate come carrier molecolari nella drug delivery, ovvero nel rilascio di farmaci sito-specifico, spesso finiscono nel fegato o nella milza prima ancora di raggiunger l'organo bersaglio. Un team di ricercatori dell'Università della Pensilvania ha messo a punto dei nanocarriers (NCs) "che fanno l'autostop", chiedono cioè un passaggio ai globuli rossi (RBCs, red blood cells) per poter raggiunger l'organo bersaglio. I ricercatori hanno prelevato globuli rossi da topi e li hanno incubati con nanoparticelle, in modo da essere adsorbite sulla loro superficie cellulare. Successivamente il complesso così formato da globuli rossi con i nanocarriers adesi (NC–RBC) è stato iniettato nei topi attraverso cateteri arteriosi. Se così iniettati, i nanocarriers si accumulano nel primo organo che incontrano a valle del sito di iniezione. I ricercatori pensano che i capillari stretti possano causare il distacco dei nanocarries dalla superficie dei globuli rossi e il loro trasferimento alle cellule dell'organo in prossimità dei capillari. Spostando il catetere su diverse arterie, i ricercatori possono bersagliare così diversi organi. I ricercatori pensano inoltre, che un simile approccio, possa aumentare il rilascio di farmaci in caso di infarti, ictus embolici e molte altre malattie per i quali i protocolli di cura già prevedono l'utilizzo di cateteri arteriosi.