Il chinino, la sua storia

Silvia VernoticoSilvia Vernotico

Silvia Vernotico

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Il chinino, la sua storia

Il chinino è una delle prime sostanze medicamentose a essere preparata industrialmente e a essa si deve anche la nascita dell’industria chimica-farmaceutica in Europa.

É presente nella corteccia di china che contiene più di venti alcaloidi. I più importanti sono due paia d’isomeri, la chinina e la chinidina, la cinconina e la cinconidina. La conoscenza esatta della formula chimica della chinina si ottiene nel 1922. Tra i primi sali di chinina posti in vendita è il solfato, il più idoneo dal punto di vista terapeutico.

Alla fine del XIX secolo l’Italia è una delle nazioni europee più colpite dalla malaria. Ogni anno muoiono più di 15.000 persone. I motivi sono diversi, presenza di numerose zone malsane paludose, assenza di un valido e diffuso servizio sanitario e non ultimo il prezzo elevato del chinino, che lo rende inaccessibile ai ceti più poveri delle campagne, dove è più presente la malaria.

Di fronte a questa situazione drammatica, nel dicembre 1900 viene approvata in Italia una legge, soprannominata 'del chinino di Stato'. La preparazione del solfato di chinino viene affidato allo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Torino, fortemente voluto da Re Carlo Alberto di Savoia che lo istituisce nel 1832. Successivamente, proprio a fronte dell'elevata richiesta di chinino, nasce l’Azienda del chinino di Stato e si costruisce un apposito stabilimento, dotato di apparecchiature e strumentazione più moderne.

Il solfato di chinino viene messo in vendita a un prezzo molto basso e se ne autorizza la distribuzione nelle tabaccherie così da renderlo disponibile in ogni luogo. Le tabaccherie infatti sono all’epoca l’esercizio commerciale più diffuso sul territorio. Tra il 1920 e il 1930 la malaria viene debellata in Italia grazie al chinino di Stato.

Una curiosità, come si scoprirono le proprietà del chinino? Si racconta che un indio peruviano guarì dalla malaria dopo aver bevuto casualmente in uno stagno nel quale erano caduti alberi di china che conferivano all’acqua un deciso sapore amarognolo.

Subito dopo la china prende un’altra direzione. Si diffonde rapidamente nell’industria dei liquori o delle bevande per il suo sapore amaro, caratteristica, questa, di una attività tonica e digestiva. Nascono gli amari alcolici, i liquori con caratteristiche sia di aperitivo sia di digestivo, e le acque toniche.

Nascono così l’Elixir di China, il Fernet, liquore amaro e digestivo contenente corteccia di china, e l’acqua tonica come bevanda analcolica.

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