IMA, la storia della multinazionale del packaging
Silvia Vernotico
Si trova nel cuore della Packaging Valley, il cluster della meccanica avanzata e dell’automazione industriale dell’Emilia-Romagna, e da più di 50 anni, produce macchine automatiche per il processo e il confezionamento di prodotti farmaceutici, cosmetici e non solo.
Stiamo parlando di IMA Group.
Siamo nel 1961 quando Andrea Romagnoli e suo cognato Renato Taino fondano, a Ozzano dell’Emilia, IMA ovvero Industria Macchine Automatiche s.a.s.
Nel 1963 la Famiglia Vacchi diventa azionista di maggioranza, acquisendo il 52% di IMA che viene trasformata da Società in Accomandita Semplice a Società per Azioni, promuovendone lo sviluppo industriale. E’ in questo periodo che inizia la produzione di macchine automatiche per il confezionamento del tè in sacchetti filtro, settore nel quale IMA diverrà leader mondiale.
Comincia, in questi anni, l’evoluzione di IMA che da piccola realtà locale diviene un Gruppo multinazionale dinamico ed innovativo.
Nel 1976 l’azienda bolognese fa il suo ingresso nel settore farmaceutico. Inizia a costruire le prime macchine per il confezionamento farmaceutico con il lancio di una macchina per la produzione dei blisters. La famiglia Vacchi sa che per crescere deve puntare anche su importanti e costanti acquisizioni e centra l’obiettivo.
Oggi IMA è presente in 80 paesi, ha ben 53 siti produttivi, con 1,7 miliardi di ricavi e conta oltre 6.200 dipendenti, di cui circa il 63% in Italia e il 37% nel resto del mondo (dati 2021).
Una curiosità sull’azienda? La multinazionale bolognese del packaging ha stanziato 700mila euro, di cui 500mila destinati al fondo predisposto dalla Regione Emilia-Romagna e 20mila come fondo di solidarietà per assistere i propri lavoratori che hanno subito danni e disagi dagli straordinari eventi meteo climatici che hanno interessato l’area in seguito alle alluvioni di queste settimane.