Centro Diagnostico Italiano, la sua storia

Silvia VernoticoSilvia Vernotico

Silvia Vernotico

2 min
blog
Centro Diagnostico Italiano, la sua storia

Tutto è iniziato con la scelta di credere in un'intuizione, quella del professor Sergio Chiappa, allora primario di Radiologia al Fatebenefratelli e docente dell'Università di Milano che sottopose a Fulvio Bracco l'idea di un centro dove fare tutte le analisi e gli esami allora conosciuti nel campo diagnostico. 

L’idea che c’era dietro? Visionaria e assolutamente innovativa per l’epoca di avere una visione a 360 gradi del paziente e dare al clinico che avrebbe poi fatto la terapia un file completo del paziente.

Benché avesse da poco terminato la costruzione del modernissimo sito produttivo di Lambrate della sua azienda farmaceutica e creato i primi due stabilimenti in Brasile e Messico, Fulvio accettò subito la nuova sfida. Vide la novità di questa idea e riunì intorno a sé un gruppo di imprenditori milanesi.

Nacque così nel 1975 il CDI, ovvero il Centro Diagnostico Italiano, un poliambulatorio rivoluzionario dove fare tutti gli esami in un solo giorno.

Fulvio Bracco definiva il CDI "una mia idea fissa" nel suo libro di memorie 'Da Neresine a Milano'. L'imprenditore, ricorda Diana Bracco, spiegava che a suo avviso "il fulcro della prevenzione, la via più giusta, è quella di esaminare la gente". 

Oggi è Diana Bracco che guida il Centro Diagnostico Italiano, come Presidente e Amministratore delegato, un'eccellenza italiana che, con oltre 1000 persone tra medici specialisti, tecnici sanitari, infermieri e impiegati, CDI serve ogni anno oltre 400mila pazienti.

Sostieni l'associazione

Acquista il
#GMP PocketBook

Il GMP PocketBook è una traduzione delle Good Manufacturing Practice Volume 4, Parte I che tratta dei Requisiti base che deve avere un prodotto medicinale per essere fabbricato. Fondamentali per mettere in piedi un sistema di qualità che garantisca che il farmaco sia di qualità, sicuro ed efficace.

GMP Pocket Book