Fulvio Bracco & Anita Coppini, a love story
Silvia Vernotico
“Era la più bella ragazza dell’università. Anche lei era iscritta alla facoltà di chimica e farmacia a Pavia. Con gli altri studenti universitari viaggiavamo in 3°classe. Anita però viaggiava in 2°classe. Io stavo in piedi nel corridoio della carrozza di 2° per poterla vedere.
Il mio desiderio, ogni mattina, era di incontrarla in treno; non sapevo se lei condividesse questo mio sentimento. Tutte le scuse erano buone per parlarle.
Sapevo che fumava come un turco. Così un giorno vado nel suo scompartimento e vedo che cerca le sigarette. Io, pronto, gliene offro una; non ero assolutamente un fumatore, ma avevo appositamente comperato un pacchetto di Camel e lo tenevo sempre con me. Anita mi ringrazia e mi dice: "E lei non fuma?". "Sì, come no?" rispondo disinvolto. Accendo la sigaretta e subito comincio a tossire: "Lei non ha mai fumato!" mi dice. "Ha ragione" le confesso sincero.
Così è cominciato un rapporto amichevole, fatto però solo di simpatia. Anita aveva la mia età, ma si è laureata un anno prima di me, con una tesi compilativa. Dopo la laurea, ci siamo persi di vista.
Un giorno mi trovavo nel mio ufficio in Renato Fucini quando mi annunciano che in portineria c'è una dottoressa Coppini che vuole parlare con me. Suo padre è morto e lei ha bisogno di lavorare.
Lavorando insieme, ci siamo innamorati. Di mezzo però c'era l'ostacolo di mio padre: voleva che io sposassi la figlia di un ricco profumiere, ma io non condividevo affatto questa sua intenzione. L'unica soluzione per me e Anita è stata di sposarci in segreto.
Così, senza dire niente a nessuno, un sabato mattina ci siamo sposati con rito civile in Comune. Era il 17 luglio 1937. Non è stato certamente un avvenimento secondo tradizione.
Mio padre il lunedì leggeva di abitudine il "Popolo d'Italia". Così ha fatto anche il lunedì dopo il nostro matrimonio. Scorrendo il giornale, nella rubrica dedicata ai matrimoni vede: Fulvio Bracco-Anita Coppini. È successo il finimondo. Mio padre mi chiama e licenzia in tronco mia moglie.
Con l’intercessione di mia madre tutto andò per il meglio. Da quel momento mia moglie divenne la persona più amata da mio padre. Abbiamo avuto tre figlie: Diana, Adriana, Gemma.
Ho fatto molti sacrifici e ho anche trascurato la famiglia. Non ho avuto molto tempo da dedicare alle mie figlie, non ho potuto star con loro, non ho potuto coccolarle. Ho avuto la fortuna di avere al mio fianco mia moglie Anita. Una donna straordinaria."